Second and revised edition of this fascinating project that documents Hong Kongs legacy of rooftop communities as a highly unique form of architecture that has informally evolved.

Self-built, informal settlements on the roofs of high-rise buildings are an integral part of Hong Kong’s urban landscape. The rise of rooftop communities is closely linked to the migration history from Chinese Mainland to Hong Kong. With each of China’s tumultuous political movements in the 20th century, like the Great Leap Forward and the Cultural Revolution, there was a corresponding wave of Mainland Chinese migrating to Hong Kong.

Alloggi spontanei autocostruiti sui tetti di palazzi a più piani sono parte integrante da più di cinquant’anni della storia di Hong Kong. I rivolgimenti sociali del XX secolo in Cina, come ad esempio il “Grande Balzo” in avanti e la Rivoluzione Culturale, provocarono ondate di immigrazione in una città nella quale i terreni edificabili sono da sempre una rarità. Le dimensioni del conseguente fabbisogno abitativo costrinsero gli abitanti ad utilizzare ogni superficie disponibile per costruire catapecchie in lamiera ondulata, legno e altri materiali di scarto sui tetti di molti palazzi. Nel 1998 vennero accertati insediamenti abusivi su 9.000 edifici; una ricerca svolta nel 2007 ha messo in evidenza che l’abitare sui tetti rimane ancora un fenomeno largamente diffuso.